Rocky IV, Sylvester Stallone lo ha rimontato e cambiato (un bel po’)

Rocky IV, Sylvester Stallone lo ha rimontato e cambiato (un bel po’)

Rocky IV, Sylvester Stallone lo ha rimontato e cambiato (un bel po’)


di Gabriele Niola

Sembra strano dirlo ma adesso, per certi versi, è più un film d’autore e meno un film mainstream, perché c’è meno quell’idea di “qualcosa per ogni tipo di pubblico” e più quella di confezionare un film che punti su pochi elementi e lo faccia molto bene. È un film con molto meno umorismo, molto più serio, asciutto e stringato, in cui si salta spesso da momento fondamentale in momento fondamentale, senza scene di passaggio che ammorbidiscano la visione. È ruvido e spigoloso, non levigato e liscio come l’originale. Ma è deciso. In questo forse è anche più vicino allo spirito originale.

Rocky IV infatti contiene forse la sequenza di combattimento più complicata e sofisticata mai realizzata. Sei-sette mesi circa di preparazione e allenamento alle coreografie, colpi reali (cioè in molti punti li danno e li prendono sul serio, per quanto non con vera forza) e una volta Stallone è finito in terapia intensiva per aver provato ad andare anche oltre e colpirsi senza trattenersi. Ecco Rocky vs Drago dà molto più spazio a questo, è un film di combattenti che combattono e non riescono a fare altro. “Io so fare solo questo” è la frase che diceva (e non dice più) Rocky ad Adriana quando lei non capisce perché mai dovrebbe accettare questa sfida assurda.

Come sempre una revisione di un classico è destinata ad infastidire molti, i quali faranno bene a tenersi stretta la versione originale (che non esce di scena, non è un’operazione in stile Guerre stellari: i due Rocky IV convivranno). Questo Rocky vs Drago è decisamente più per appassionati sia di cinema di combattimento, sia dei film diretti da Stallone, sia proprio di cinema in generale, perché è un delirio di cambiamenti piccoli, spesso anche disordinati e scomposti (è rimontata anche Living in America di James Brown per enfatizzare lo spettacolo kitsch ma come risultato nelle inquadrature da lontano si vede che Brown non sta cantando il punto del brano che sentiamo) che di fatto cambiano ritmo e mood di un film. È una lezione in come un film mainstream che sembra non poter essere altro, con il montaggio assume una sfumatura molto più autoriale.



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www.wired.it
2021-11-15 15:30:00

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